Cronaca

Beatrice: il sospetto del bullismo dietro alla sua morte

Sul suo diario segreto l’addio ai genitori.

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della stazione di Porta Susa, a Torino, pare abbiano confermato, nelle ultimissime ore, il terribile sospetto che da questa mattina, giovedì 5 aprile, circolava negli ambienti vicini alle forze dell’ordine. Beatrice Inguì, la ragzzina 15enne travolta ieri, mercoledì 4 aprile, da un treno alla stazione ferroviaria torinese, potrebbe essersi gettata volontariamente sui binari. L’ipotesi non era stata scartata nemmeno nelle prime ore successive alla disgrazia da parte degli organi incaricati di fare luce sull’accaduto. Inverosimile il fatto che lo zainetti si fosse attaccato al convoglio. Le immagini avrebbero anche escluso che Beatrice sia inciampata, mettendo invece in chiaro il suo salto volontario verso la motrice del treno che stava arrivando al binario 4 di Porta Susa.

“Sono troppo grassa”.

Una tragedia nella tragedia se venisse confermato quello che stanno appurando gli investigatori: Beatrice vittima del bullismo perché troppo grassa. Due le prove che porterebbero a questa terrificante motivazione: il diario segreto della ragazza e alcune testimonianze di compagni di scuola del liceo musicale di Vercelli, frequentato dalla 15enne. Sul diario, di cui i genitori non sapevano dell’esistenza, pare sia stato scritto dalla ragazza, nell’ultima pagina alcuni pensieri che confermerebbero l’ipotesi del gesto volontario. “Scusatemi”, avrebbe scritto Beatrice ai genitori sul suo diario, con tanto di pensieri tristi e difficili da comprendere. Alcuni compagni di scuola della ragazza avrebbero anche confermato che molte volte era stata presa in giro per il suo aspetto fisico ma stando alle testimonianze raccolte lei non se ne sarebbe preoccupata molto. O, almeno così dava a credere. Interiormente, invece, quelle prese in giro avrebbero creato disagi e preoccupazioni tali da farla precipitare nell’abisso della depressione.

A Natale era stata in una clinica.

A Natale dello scorso anno fu anche ricoverata in un centro specializzato nella cura dell’obesità. Quando, a gennaio, tornò a scuola era visibilmente dimagrita ma nessuno diede importanza al fatto. Nel frattempo la Procura della Repubblica di Torino ha aperto un fascicolo, al momento senza alcuna ipotesi di reato. Oltre agli accertamenti tecnici, la Polfer di Torino ha ascoltato per due volte i compagni di scuola che erano con Beatrice al momento della tragedia. La prima immediatamente dopo l’incidente, la successiva dopo aver visionato i filmati ed essersi accorti del gesto della ragazza. Erano le 7,03 quando è arrivato il treno regionale 2005 che doveva portare Beatrice, come accadeva ormai da due anni, a Vercelli, a scuola. Sarebbe ripartito due minuti dopo. In quel breve lasso di tempo la ragazza avrebbe deciso di farla finita, facendo un passo indietro e cadendo dalla banchina direttamente sulle rotaie, con il convoglio in movimento. Quando è stata liberata dalle lamiere, Beatrice respirava ancora. I soccorsi sono stati immediati ed è stato fatto l’impossibile per tenerla in vita. Tutto, purtroppo, inutile. Il cuore di Beatrice ha smesso di battere pochi minuti dopo, tra la disperazione di amici e soccorritori. La mamma è stata avvertita dalla Polizia, con l’ausilio di una psicologa, mentre si trovava al lavoro. Nessuno, in famiglia, si era accorto del momento delicato attraversato dalla figlia e nessuno era a conoscenza del diario segreto sul quale la ragazza avrebbe riportato più volte di essere vittima delle prese in giro dei compagni di scuola perché “troppo grassa”.

Andrea Borasio

Nato nel 1967 a Vercelli, ha collaborato con il bisettimanale "La Sesia", con il mensile "La Grinta", con il quotidiano "La Provincia" e, prima di essere Responsabile Editoriale di "Vercelli Notizie", con il settimanale "Notizia Oggi Vercelli" in qualità di redattore. E' stato anche addetto stampa di diverse società sportive vercellesi. Autore del libro "Le risaie in discesa - I vercellesi sugli sci".

Related Posts