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Amatori, lassù vogliono fare festa…

Una partita “speciale”.

VERCELLI – No, Amatori – Cremona che si giocherà questa sera non può essere una partita normale. Impossibile. Per mille ragioni, alcune delle quali valicano anche il confine tra sogno e realtà. Ci si giocherà la promozione in A1, in quella categoria che manca da tanto, troppo tempo in casa gialloverde. Già questa è una ragione perché quella di questa sera, sabato 28 aprile, non possa essere una partita normale. La giocheranno un gruppo di ragazzi che hanno riportato al Pala Pregnolato centinaia di tifosi, con la tecnica, con la tattica, con la tenacia, con il cuore. Seconda ragione per la quale non può essere una partita normale. La si giocherà, questa partita, in un palazzetto che ha visto mille vittorie e mille sconfitte, tutte con un solo denominatore comune: la passione. E anche questa è una ragione valida per non catalogare questo match come “normale”. Sarà anche la partita che alcuni dirigenti  che in questi anni hanno dedicato tempo, sforzi e soldi attendono da una vita. Lo meritano, esattamente come i giocatori, presenti e alcuni passati. Per cui non può essere una partita “normale”. Poi c’è la tifoseria, quella della curva, il Commando Gialloverde. Criticato aspramente nelle ultime settimane ma sempre al proprio posto, anche quando le cose non andavano bene e la maggior parte di quelli che stasera diranno “io c’ero”, erano al bar a prendere l’aperitivo e sorridevano al solo nominare Amatori. Loro no, loro sono sempre stati fedeli. Meritano come i giocatori, forse anche di più, di vivere una serata di gloria. E anche questo non può essere catalogato come “normale”. Esiste, infine, quel sottile filo che segna il confine, come abbiamo scritto in precedenza, tra sogno e realtà. La realtà è quella che tutti si augurano di vivere questa sera. Il sogno è quello che, invece, vorrebbero vivere quelli che non ci sono più ma che lassù, in mezzo alle nuvole, non vedono l’ora di sedersi e assistere ad Amatori – Cremona. Avevano nomi normali, ma erano persone speciali: Giuseppe, Paolo, Maurizio “Milli”, Tino. Persone che all’Amatori hanno dato molto, alcuni anche più di quello che potevano, ricevendo in cambio, in molti casi, davvero poco. I cognomi sono indimenticabili, esattamente come lo possono essere le persone speciali: Domenicale, Torazzo, Milani, Mortara. Probabilmente ne dimentichiamo alcuni, chiediamo anticipatamente venia. Loro, e tanti altri, questa sera saranno sulle gradinate del Paradiso a tifare Amatori, convinti di aver lasciato una traccia indelebile nella storia di questa società. Così come esattamente è stato. Ecco perché non può essere una partita “normale”. Ecco perché questa sera, se tutto dovesse andare per il verso giusto, uno sguardo all’alto dovremmo darlo tutti quanti, nessuno escluso. Perché se siamo qui, oggi, a vivere una splendida e dolce attesa, lo dobbiamo soprattutto a quelli che non ci sono più. Non può essere una partita “normale”, perché loro, quegli angeli gialloverdi, erano speciali. Tanto basta per viverla, questa serata. Anche perché, come scrisse Bob Dylan, «abbi cura dei tuoi ricordi, perché non potrai viverli di nuovo».  (a.b.)  (28/04/18 – 14,48)

Andrea Borasio

Nato nel 1967 a Vercelli, ha collaborato con il bisettimanale "La Sesia", con il mensile "La Grinta", con il quotidiano "La Provincia" e, prima di essere Responsabile Editoriale di "Vercelli Notizie", con il settimanale "Notizia Oggi Vercelli" in qualità di redattore. E' stato anche addetto stampa di diverse società sportive vercellesi. Autore del libro "Le risaie in discesa - I vercellesi sugli sci".

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