Attualità Scuola

“La nostra notte prima degli esami…”: quanti ricordi vercellesi…

Domani via alla maturità.

VERCELLI – Domani, mercoledì 20 giugno, sarà una giornata importante per centinaia di ragazze e ragazzi vercellesi. Sarà il grande giorno, l’inizio degli esami di maturità. Uno dei momenti indimenticabili – anche se adesso, per loro, è difficile crederlo – della vita. Uno spartiacque tra la gioventù e il diventare “grandi”. Quella che arriverà tra poche ore sarà la fatidica “notte prima degli esami”, quella che ognuno di noi si porta nel cuore, magari con nostalgia, oppure senza emozioni. Abbiamo domandato ad alcuni personaggi della vita pubblica vercellese di raccontare la “loro” notte prima degli esami. Lo hanno fatto con entusiasmo, con grande disponibilità ma , soprattutto, come ci hanno confermato, con tantissima emozione. Li ringraziamo… ecco i loro ricordi.

Andrea Raineri (assessore Comune di Vercelli)
«Ripenso alla mia “notte prima degli esami ” con emozione e una grande tenerezza. Ansia e tensione, continue telefonate tra compagni, ipotesi sui titoli degli scritti…. Ma il ricordo non è di angoscia bensì, oserei dire, di entusiasmo: volevamo “passarci anche noi”! Non posso inoltre dimenticare la presenza dei Professori: ci sono stati accanto sempre, consigliandoci, distraendoci dalla tensione, scherzando e condividendo piccoli rituali scaramantici…. Uno tra tutti quello della Prof. Rita Torello Viera Forti, che ci accompagnava fino alla porta dell’Aula Magna per gli orali, ma non entrava! All’ Agrario eravamo una grande famiglia, e la maturità era un rito condiviso, tutti eravamo coinvolti: studenti Professori e Bidelli! Con l’esame coincidevano tradizioni storiche d’Istituto come la pubblicazione del “Numero Unico ” e la Cena d’istituto! E infine la colonna sonora, ereditata e sempre attuale, “Notte prima degli esami” di Venditti! Più ci ripenso, più mi vengono in mente aneddoti belli: succede sempre quando condividi i momenti importanti con le persone a cui vuoi bene!».

Enrico De Maria (giornalista)
«La calda estate del ‘71. Sicuramente fu calda, non ricordo se proprio torrida. Tant’è. Io avevo la maturità all’Itis, ma non era affatto preoccupato. Sinceramente, capivo assai poco di misure ed elettrotecnica, ma sapevo di salvarmi con Italiano. Alllora si portavano due materie all’orale: uno la sceglievi tu, l’altra la commissione. Nel tema scritto di italiano avevo commesso il peccato mortale e di presunzione di scrivere che, rispetto alla Recherche, scritta circa un secolo dopo, “I promessi sposi” valevano una cicca: ma si può, commentavo beceramente, scrivere un intero romanzo su una coppia che non riesce a sposarsi? Tracotanza giovanile che, per giunta, si scontrò con un commissario esterno di lettere che adorava il Manzoni: mi rimproverò per l’ardire, ma disse, onestamente, che il tema (inaccettabile nella sostanza) era scritto bene. La sera prima dormii tranquillo appunto perché lo scritto di italiano non mi incuteva alcuna paura, penso di essere andato al cine, o di aver visto gli amici (pure loro assolutamente contrari ai ripassi dell’ultima ora) alla Baracchetta di corso Avogadro di Quaregna, dove si riuniva la mia compagnia. Dormii più che altro sperando che l’orale non arrivasse nell’imminenza della partenza per il mare, a Cattolica, con gli amici. Ci andai vicino: mi toccò proprio il giorno prima della partenza. E fu mio padre a ragguagliare telefonicamente, me ed i miei amici e compagni di scuola, sull’esito per tutti positivo. Uscii con 50/60, e, se si considera che di tutte le classi di Elettrotecnica, il voto più alto fu dell’amico Walter Ferraro (futuro docente della stessa Itis) e cioè 56/60, ne fui – ne sono ancora – orgoglioso».

Andrea Cherchi (giornalista e fotografo)
«Ho un ricordo vivissimo della mia notte prima degli esami. Frequentavo il Liceo Classico e, quell’anno, oltre alla prova di Italiano eravamo impegnati con la versione di latino. La sera prima della maturità, come sempre, si sparse la voce che un’amica dell’amica dell’amica del genitore di turno, che conosceva bene una persona al ministero, aveva saputo che sarebbe uscito il tema su Carducci. Il mio compagno di banco ed io andammo alle dieci di sera dal povero professor Guaita a preparare un tema su Carducci. Eravamo pronti e sicuri. Di notte sognai Carducci e sognai il mio imminente trionfo. Sapevo più della vita di Carducci che della vita di mio padre. Il mattino dopo, quando aprirono la busta, uscì ogni genere di tema, tranne Carducci. Ma il ricordo che mi commuove di più, legato alla sera prima degli esami è che, ripercorrendo gli anni del Liceo, così belli e così spensierati, pensai: “Andrea … chissà se ci sarà ancora vita dopo il Liceo?” Ogni tanto penso con malinconia a quella sera. Rivivono in me ricordi di professori che non ci sono più come la mitica professoressa Rita Gabutti e di professori che per me sono e saranno sempre punti di riferimento importanti quali il professor Fragonara e la professoressa Magrassi».

Pier Giorgio Fossale (presidente Ordine dei Medici Vercelli)

«Luglio 1973…
A distanza di tempo, tanto tempo, è difficile recuperare lo stato emotivo di quei giorni… Esame di maturità classica con già orientamento per medicina…
Paura e trepidazione…
Studio e senso di abbandono al destino..
Ricordo l’esame di filosofia che poi diventò la mia grande passione esistenziale…
Kierkegaard e Nietzsche….
Timore e tremore con Zaratustra…
Oggi la nostalgia si mescola con una sorta di commozione…
Ma allora ansia e insonnia..
E subito dopo senso di libertà e euforia…
Un capitolo esistenziale si chiudeva e già se ne apriva uno nuovo…
E in ogni caso nella vita… gli esami non finiscono mai!
Neppure oggi 45 anni dopo…».

Margherita Candeli (insegnante e segretario Lega Nord Bassa Vercellese)
«La mia maturità non si è svolta a Vercelli come avrebbe dovuto essere, ma, ironia della sorte, a Varese la città di Bossi presso l’istituto Magistrale Statale Alessandro Manzoni come privatista. Ci arrivai con la mia 500 azzurrina in una calda mattinata di luglio. Emozionatissima perché oltre alla maturità avrei dovuto discutere anche gli ultimi due anni di magistrale per recuperare un anno perso, inutilmente passato a Parigi. Ero sola, solissima senza la complicità di amici e compagni del magistrale di Vercelli. Ricordo benissimo la prova scritta di italiano dove dissertai sul fatto che i miei sentimenti non partivano dal cuore, bensì dal mio intestino, oggi si direbbe “ragionare di pancia”. Non fu un concetto ben accolto dalla Commissione che valuto’ con una magra sufficienza il mio elaborato. Poi finalmente il giorno degli orali senza lode e senza infamia, piatti come una pialla, ma per fortuna con la domanda di storia mi lanciai in una arringa entusiastica su Voltaire e l’illuminismo e credo, in quel frangente di aver persuaso i professori a rivalutare la mia prova in generale . Uscii veramente provata, tant’è che al ritorno verso Vercelli, tamponai lievemente una macchina di turisti francesi. Passarono i giorni sempre più tesa e preoccupata finché non tornai a Varese per leggere il famoso tabellone con gi esiti finali. Toccai il cielo con un dito perché fui l’unica dei 10 privatisti ad aver superato la maturità. Il buffo è che finché non mostrai il diploma in originale, Il nonno continuò a credere avessi raccontato una balla galattica!!».

Paolo D’Abramo (insegnante e conduttore televisivo)
«Mi ricordo ancora i nomi della presidente di commissione, dei commissari esterni e dei due privatisti, di quella Maturità del 1983 al Lagrangia. Naturalmente mi ricordo anche chi era il membro interno ed ora non c’è più, il caro Piermichele. Nessun incubo, la notte prima degli esami, del primo scritto, e neppure dopo anche se non c’erano tesine da portare ma un percorso completo e la materia che Ti potevano “cambiare” (così andò) senza che ci fossero peraltro formali desiderata. Una maturità in sessantesimi, ne uscii con decoro, quarantacinque, nessun sessanta e qualche caduto tra le due sezioni ed i privatisti, alla fine. La Maturità, ragazzi, è l’inizio non è la fine di un percorso, nè affettivo, perché i legami con gli amici ed ex compagni di classe restano nel tempo anche se ci si vede sempre meno, una volta e per qualche anno lo si faceva il 6 gennaio. E neppure formale perché se è vero che esci dal luogo dello spazio e del tempo ove sei stato 5 anni, la vita è davanti, con le sue gioie ed i dispiaceri. La maturità è la prima prova, Ti allontani dalla chioccia che Ti ha allevato fino al confine ultimo dell’adolescenza. E poi, se hai imparato, nel mentre, a nuotare ed a gestire le forze, arriverai ad altri approdi. La maturità, prima prova in cui Ti misuri con l’estraneo, i commissari esterni, la porta aperta verso la vita adulta. In bocca al lupo a tutti i maturandi».

Piero Mentasti (agricoltore e fondatore associazione “Il dado è tratto”)
«Proprio l’altra sera c’era in tv “ notte prima degli esami “ .. inutile dire che ho riguardato questo film per l’ennesima volta e per l’ennesima volta mi ha fatto tornare indietro alla mia maturità .. a quella notte … noi non si aveva il cellulare , ma il telefono portatile collegato a quello di casa ed allora “ mammaaa metti giù sono al telefono con Steo pare abbia le dritte sul tema “ … il caldo e l’afa fuori erano gli stessi , le zanzare pure . Dai forza, porto storia di prima ed italiano di seconda ( mamma mia quanto tempo è passato, dette così sembrano le marce di una macchina ) e domani c’è il tema , ma Steo era sicuro , sto in una botte de fero . Butto giù due righe !! Fa caldo , ormai è tardi, non si può telefonare a casa , faccio piano , prendo la moto , la spingo fino al cancello della cascina ( la Aprilia Tuareg Rally 125 pesava un botto ), ero già sudato quando la accendevo, e via al bar a bermi una birra sdrammatizzante , non avevamo il cellulare ma la telepatia , quella si che era sviluppata … “ è arrivato il Peo, un’altra “. Chiacchiere , sguardi , mille sigarette e pacche sulle spalle , niente di tecnologico , tutta roba vera . Il giorno dopo aprono le buste e leggono i titoli … guardo Steo … rido … butto le righe che avevo buttato giù fuori dalla finestra … e comincio a scrivere !!! Bei tempi … in bocca al lupo ragazzi !!».

Roberta Tricerri (direttrice Scuole Cristiane Vercelli)

«Notte prima degli esami… Ricordi carichi di emozioni…Luglio 1984…una fila ordinata di collegiali appena diciottenni dell’istituto magistrale delle Suore Marcelline passeggia nervosamente, sotto lo sguardo vigile della suora, sul lungo lago di Arona, inebriate dai profumi intensi di una calda estate e dalle chiacchiere concitate, scommettendo sui titoli dei temi che l’indomani si devono affrontare. Ansia e attesa per la prima grande prova della nostra vita. E poi la trasgressione di quella telefonata “vietata” in un collegio femminile, per sentire la sua voce che mi avrebbe rassicurata, “Stai tranquilla, sei forte in italiano!” Con una strategia riuscì a contattarmi il mio ragazzo, oggi mio marito. Non era certo cosa facile sentirsi per telefono, superando i severi controlli delle suore del collegio …Il batticuore si fa ancora più intenso. Poi il suono della campana della sera impone la ritirata nelle camere ma prima il consueto passaggio nella chiesetta dell’istituto, per la preghiera dinnanzi a quella piccola statua della Madonna che, con il suo sguardo materno, ancora oggi proteggere i miei passi. Corro per le scale, raggiungo le compagne e con il cuore in gola mi infilo sotto le lenzuola. È la notte prima degli esami…sono pronta per affrontare la prova di italiano!!».

 

Andrea Borasio

Nato nel 1967 a Vercelli, ha collaborato con il bisettimanale "La Sesia", con il mensile "La Grinta", con il quotidiano "La Provincia" e, prima di essere Responsabile Editoriale di "Vercelli Notizie", con il settimanale "Notizia Oggi Vercelli" in qualità di redattore. E' stato anche addetto stampa di diverse società sportive vercellesi. Autore del libro "Le risaie in discesa - I vercellesi sugli sci".

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