Cronaca Paesi Piemonte

Non vedente e il suo cane invitati a lasciare la Santa Messa: è successo a Crea

E’ stato un volontario, con bruschi modi, a chiederlo

Vercelli (05/08/2019 – 17,51) – E’ una storia assurda e al tempo stesso triste quella accaduta al Santuario di Crea lo scorso 28 luglio. Protagonisti della vicenda sono Renata Sorba, non vedente e coordinatrice della sezione di Asti di Apri Onlus, l’associazione ipovedenti e retinopatici, e York, il suo dolcissimo cane guida. E’ stata lei stessa a raccontare quanto accaduto, con dovizia di particolari. Lo potrete leggere integralmente nella seconda parte dell’articolo. Noi riassumiamo dicendo che un volontario ha cercato in tutte le maniere di far uscire il cane dalla chiesa, durante la raccolta delle offerte in occasione della Santa Messa, in «tono autoritario», minacciando addirittura di chiamare i carabinieri se ciò non fosse accaduto. Al contrario del volontario il sacerdote che officiava la Santa Messa ha impartito la comunione alla donna (che si è giustamente rifiutata, nel frattempo, di far uscire il suo cane guida dalla chiesa) che era accompagnata dal suo York. Senza il minimo problema e senza proferire parola. Scrive Renata Sorba: «Invitare una disabile con cane guida ad uscire durante una cerimonia così importante e di preghiera è stato come procurare un terremoto improvviso in un villaggio di notte». Al volontario, così zelante ma anche così poco perspicace e arguto, consigliamo un bagno di umiltà e la lettura di qualche passo della vita di San Francesco d’Assisi. (foto copertina: York, il cane guida di Renata Sorba)

Il racconto

«Per anni sono stata un’assidua frequentatrice del Santuario di Crea, ho portato anche il mio primo cane guida Rudy e non avevo mai avuto alcun problema ad accedere in Chiesa. Domenica scorsa con l’occasione di accompagnare alcuni amici per far conoscere la località, ho deciso di portare anche York con me. Dopo aver visitato il parco naturale e tutto ciò che circonda il Santuario abbiamo deciso di fermarci ad assistere alla Santa Messa delle ore 11. York era sdraiato accanto a me come è di solito fare quando si trova ad accompagnarmi in queste occasioni. Un signore, addetto alla raccolta della elemosina, proprio mentre mi accingevo a fare la mia offerta, mi ha invitata a portare fuori il cane. L’amica che sedeva accanto a me ha cercato con bel garbo di spiegargli che York era un cane guida e che io ero una non vedente. A nulla sono valse le spiegazioni dell’amica, il signore in questione ha continuato ad insistere in tono autoritario e se non avessi eseguito il suo ordine avrebbe chiamato i Carabinieri. Mentre mi parlava ha continuato la sua raccolta e tutte le persone che erano sedute intorno a noi hanno cominciato a reagire dandogli del maleducato. Nonostante la cosa mi avesse turbata e rattrista di colpo ho continuato imperterrita ad ascoltare la Santa Messa. Nel momento in cui dovevo alzarmi per avviarmi verso la “Comunione”, ho chiesto all’amica di accompagnarmi anche in presenza di York. Ho voluto che il cane guida fosse al mio fianco durante questo particolare momento. Tutto è avvenuto con molta tranquillità e senza alcuna protesta da parte del parroco che ha eseguito la celebrazione e siamo state fino alla fine della Santa Messa. Il signore in questione non lo abbiamo più visto e trovato nei dintorni. All’uscita della Chiesa, tanti che avevano assistito alla spiacevole scena, si sono avvicinati a me e a York per mostrarci la loro solidarietà e sdegno per ciò che era accaduto. Credo che sia un episodio da raccontare e far conoscere a tutti: invitare una disabile con cane guida ad uscire durante una cerimonia così importante e di preghiera è stato come procurare un terremoto improvviso in un villaggio di notte. Ormai sono abituata a questi episodi ma ogni volta rimango sempre più incredula e non riesco mai a darmi una spiegazione. Fuori dalla porta del Santuario c’è un cartello “Vietato l’ingresso agli animali”, ma per tutti i cani guida, come York, il loro accesso è scontato. L’ignoranza e la non conoscenza del suo operato e della sua esistenza procura questi atti così mortificanti e di grande umiliazione per chi li subisce. Per fortuna la fede e il “credo” mi aiutano a superare e a liberarmi di spettri e pensieri negativi che potrebbero compromettere la mia esistenza. Un grazie a tutte quelle persone che hanno con molta eleganza e sinergia reagito e preso le parti di me e del mio meraviglioso amico a quattro zampe. Quel signore che ho saputo è un volontario, che ogni domenica si presta per dare una mano alla comunità, vorrei semplicemente dirgli che non è quello il modo per accogliere chiunque si reca in un Santuario dove vorrebbe trovare almeno per un momento un po’ di serenità e pace».

Andrea Borasio

Nato nel 1967 a Vercelli, ha collaborato con il bisettimanale "La Sesia", con il mensile "La Grinta", con il quotidiano "La Provincia" e, prima di essere Responsabile Editoriale di "Vercelli Notizie", con il settimanale "Notizia Oggi Vercelli" in qualità di redattore. E' stato anche addetto stampa di diverse società sportive vercellesi. Autore del libro "Le risaie in discesa - I vercellesi sugli sci".

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