Attualità

“I seguaci locali di Salvini e il nucleare: Povera Patria”

La lettera di un cittadino

VERCELLI (27.10.2023 – 21.08) – Riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno,

di recente Salvini ha “partorito” un’altra delle sue pensate, questa volta l’argomento è il nucleare: “[…] l’ho chiesto ai tecnici del mio ministero: se partiamo nel 2024, nel 2032 possiamo accendere il primo interruttore di una centrale nucleare”. L’ha detto in un convegno romano sul tema, aggiungendo: “da milanese la prima centrale la vorrei a Milano […]. Io vorrei un reattore di ultima generazione [n.d.a.: che è uguale alla penultima, alla terzultima …. e via discorrendo] nella mia città.

Le esternazioni del ministro hanno fatto sorridere molti che le hanno associate alle facezie che il nostro è solito produrre; personalmente le ho trovate poco divertenti e anzi, da abitante di una cittadina come Trino che ha vissuto contemporaneamente l’inconsistenza e la pericolosità del nucleare, sono molto preoccupato.

Ma veniamo al Salvini pensiero, connubio sul quale in taluni casi a mio parere è lecito dubitare, lui o gli spin doctors che lo consigliano dovrebbero sapere che storicamente la Lombardia è sempre stata una regione grande consumatrice di energia, ma ne ha sempre prodotta relativamente poca, assolutamente nulla da nucleare, perché? Per tutta una serie di motivi, la scarsità di risorse idriche sulle quali insistono altre esigenze, la difficoltà di reperire un sito idoneo, ma, soprattutto, l’elevata densità di popolazione da evacuare in caso di incidente (già perché, ogni tanto, le centrali nucleari si guastano, anche seriamente, l’ultima in ordine di tempo – il 5 ottobre u.s. – è stata Krško, in Slovenia, a soli 120 km da Trieste, e, allora, sono dolori per i cittadini che ci vivono intorno), per questi motivi le centrali nucleari in Lombardia non si sono mai costruite. Si definisce minimizzazione del rischio, vi immaginate cosa significherebbe sgomberare milioni di individui contro qualche decina di migliaia, come da noi, nel vercellese, a Trino? È la differenza tra l’essere sacrificabile e non, i rischi vanno commisurati ai numeri, non è necessario scomodare i Lloyds di Londra, basta chiedere conferma al proprio assicuratore di fiducia.

La tragicomica affermazione del vicepremier suona, agli occhi di chi scrive, come l’ennesima presa in giro per i piemontesi in generale e dei vercellesi/monferrini in particolare, sapendo che quasi tutta l’energia che qui si produce o si veicola viene “esportata”, soprattutto verso la Lombardia; sì cari concittadini, informatevi, noi produciamo energia della quale ci restano i residui, inquinanti e scorie, e i lombardi, ma non solo loro, usufruiscono del “prodotto pulito”; sarà un caso che il grande elettrodotto che attraversa la nostra provincia si chiama Trino – Lacchiarella, nota località alle porte di Milano? Se fossi un piemontese che vota leghista, ma – per fortuna mia e loro – non lo sono, mi indignerei di essere considerato, di fatto, lo “zerbino energetico” degli altri “popoli della padània”.

Salvini, quando si lancia in codeste esternazioni sa benissimo che dice Milano, ma pensa Piemonte. Il vero dramma è però rappresentato, a mio modo di vedere, dai suoi epigoni locali, quelli che la nostra situazione energetica ed ambientale la conoscono molto bene e, nonostante ciò, non solo gli fanno eco, ma sarebbero disposti – per assoluta incapacità a ricercare e trovare alternative economico-sociali valide contro la crisi di questo territorio – a perpetuare il nucleare all’infinito, accettando, anzi invocando, che qui venga costruito il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi anche se è un luogo inadatto, e, magari, per completare l’opera, anche una nuova Centrale Nucleare. Più realisti del Re (lombardo), complimenti vivissimi!

Il combinato disposto delle fantasticherie salviniane e delle disponibilità politico-amministrative dei suoi emuli locali è una miscela esplosiva della quale avere molta paura. Purtroppo, vista la politica ed i politicanti odierni, come diceva Battiato in una celebre canzone, non ci resta che dire: “Povera Patria!”.

Grazie per l’ospitalità,                                                                                                  

Fausto Cognasso – cittadino trinese


Andrea Borasio

Nato nel 1967 a Vercelli, ha collaborato con il bisettimanale "La Sesia", con il mensile "La Grinta", con il quotidiano "La Provincia" e, prima di essere Responsabile Editoriale di "Vercelli Notizie", con il settimanale "Notizia Oggi Vercelli" in qualità di redattore. E' stato anche addetto stampa di diverse società sportive vercellesi. Autore del libro "Le risaie in discesa - I vercellesi sugli sci".

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