Piemonte Sanità

“Posti terapie intensive in Piemonte: i conti non tornano”

Le dichiarazioni di Rossi e Valle

TORINO (26.08.2021 – 09.44) – Di seguito comunicato stampa del vicepresidente della Commissione Sanità di Regione Piemonte, Domenico Rossi, e del Coordinatore del gruppo di lavoro Covid, Daniele Valle, sui posti di terapia intensiva.

Proprio tale disponibilità è, peraltro, elemento che determina la permanenza o meno in Zona bianca della regione. Secondo il DL del 23 luglio, infatti, il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da COVID-19 deve essere uguale o inferiore al 10% di quelli comunicati alla Cabina di regia di cui al decreto del Ministro della salute 30 aprile 2020.


Abbiamo letto con preoccupazione le osservazioni di Anaoo sul numero di posti letto in terapia intensiva usati come parametro per la nostra Regione per decretarne il colore e le connesse misure di contenimento dell’epidemia.

No ad un altro balletto di numeri: i piemontesi hanno diritto a risposte chiare su un tema così delicato ed è per questo che abbiamo chiesto un’informativa urgente in commissione che ci auguriamo avvenga bella prima seduta di settembre.

La prima risposta della struttura regionale ad ANAAO conferma le nostre preoccupazioni.

Se infatti di posti strutturali si parla, allora il Piemonte dovrebbe indicarne 327 + 99 (99 su 299 sono i posti letto Arcuri che il Piemonte è riuscito a realizzare, in un anno…). Totale 426 e non 628.

Facciamo un esempio. Per Città della salute vengono indicati 127 posti letto. Dalle nostre fonti risulterebbero a malapena 80.

Gli altri posti che la Regione definisce “funzionali e attivabili”verrebbero sottratti alle sale operatorie (con relativo blocco degli interventi) e necessitano di un tempo superiore alle 24 ore, come dimostra quanto accaduto bella seconda ondata: ricordiamo bene la drammatica comunicazione scritta dell’unità di crisi che chiedeva agli ospedali di attivare almeno un ulteriore, UNO, posto di terapia intensiva per il giorno successivo. Senza successo in molto casi.

Attivare i posti letto funzionali vuol dire almeno una settimana di lavoro, vuol dire chiudere sale operatorie e reparti, allungare le liste d’attesa e ledere il diritto alla salute di troppi, spremere ancora il personale.

Ma l’aspetto più importante è quello relativo personale. Chi fa funzionare questi letti aggiuntivi? Anche nel caso dei pochi letti Arcuri attivati o attivabili non si prevede personale sanitario aggiuntivo. Lo stesso vale per i cosiddetti funzionali e attivabili. Nel migliore dei casi significa bloccare tutti gli altri reparti.

In una Regione che ha utilizzato i fondi nazionali dell’emergenza per sostituire i pensionamenti con tempi determinati, molti dei quali in scadenza, come si possono chiedere ancora sacrifici straordinari ai lavoratori? Serve un piano mirato di assunzioni. Diversamente i posti rimarranno solo sulla carta.


Andrea Borasio

Nato nel 1967 a Vercelli, ha collaborato con il bisettimanale "La Sesia", con il mensile "La Grinta", con il quotidiano "La Provincia" e, prima di essere Responsabile Editoriale di "Vercelli Notizie", con il settimanale "Notizia Oggi Vercelli" in qualità di redattore. E' stato anche addetto stampa di diverse società sportive vercellesi. Autore del libro "Le risaie in discesa - I vercellesi sugli sci".

Related Posts